Questa volta non sono i potterheads – fans di Harry Potter – a sostenerlo, ma è la scienza. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Applied Social Psychology infatti, chi si sente tanto vicino a questa saga può essere considerato una persona migliore. Il perchè è presto detto.
Per chi non sapesse di che cosa stiamo parlando, si tratta di una serie di libri che raccontano la storia di un giovane ragazzo che scopre di essere un mago. Una storia avvincente che vede il nostro amato protagonista Harry Potter, scoprire un mondo a lui nuovo. Si ritroverà nella scuola di magia più amata al mondo, Hogwarts, a fare nuove amicizie e a scoprire molto sul mondo a lui sconosciuto.
Ma perchè questa storia all’apparenza infantile riuscirebbe a migliorare le persone? Nelle pagine scritte da J.K. Rowling si trattano argomenti molto delicati, seppur spesso mascherati dalla magia. Si parla di odio verso i babbani, persone senza magia, di persone dal sangue sporco, chi è figlio di una persona con poteri ed una babbana. Si parla di odio, di essere accettati, di solitudine, di bullismo, ma anche di amicizia, amore incondizionato che va oltre alla morte, del vero per sempre e soprattutto di perdono. Harry Potter è una storia che riesce ad arrivare al cuore dei bambini, dei ragazzi e degli adulti, facendo loro capire dei sentimenti senza però parlarne davvero.
Nei libri della Rowling i ragazzi rivedono se stessi, sentendosi così meno soli, ma riesce a donare anche quella speranza nel prossimo. La scrittrice insegna che il diverso non è per forza cattivo e che ha bisogno di amore tanto quanto noi. Insegna che se c’è amore e amicizia si supera tutto. La scrittrice vuole far capire che la morte non è una fine e che donare se stessi al prossimo riuscirà a farci vivere appieno la nostra vita.
Lo studio in questione ha preso tre macro gruppi: bambini della scuola primaria, studenti delle medie e studenti al terzo anno dell’università. Dalla ricerca è emerso che i bambini della scuola primaria amati della saga, sembravano essere più tolleranti verso i migranti. I ragazzi delle medie invece avevano un‘idea più inclusiva della comunità LGBTQI e quelli dell’università più tolleranza nei confronti di rifugiati politici e migranti.
Abbiamo condotto tre test per capire se leggere i popolari libri di Harry Potter davvero migliora l’atteggiamento verso gruppi di minoranza. Gruppi spesso vittime di stereotipi (immigranti, omosessuali, rifugiati). I risultati ottenuti dagli studi condotti tra i bambini e tra due categorie di studenti più grandi (in Italia e nel Regno Unito) sostengono le nostre ipotesi principali.
