Il calcio è un gioco popolare, anzi interclassista. Chi tifa per una squadra infatti è affratellato dalla sua fede calcistica agli altri membri della tifoseria, indipendentemente dallo stipendio da essi percepito e dalle loro origini.
Strano a dirsi, questo gioco ha appassionato anche alcuni poeti. E’ la prova che amare il football non è indice di per sé di rozzezza d’animo.
Giacomo Leopardi e il pallone con il bracciale
Nel 1821 il poeta Giacomo Leopardi ha dedicato la canzone A un vincitore nel pallone al pallonista marchigiano Carlo Didimi di Treia.
Nella prima metà dell’Ottocento infatti era molto diffuso in Italia e nelle Marche il gioco del “pallone con il bracciale”. I pallonisti professionisti potevano facilmente conquistare fama e ricchezza praticando questo sport, che per la sua popolarità si può considerare una specie di calcio ante litteram.
Umberto Saba e il gioco del calcio
Umberto Saba ha dedicato a questo gioco ben cinque liriche del suo Canzoniere (1934), le Cinque poesie per il gioco del calcio.
L’incontro tra il poeta triestino e il football è avvenuto in modo del tutto casuale. Un amico gli ha regalato un biglietto per Triestina-Ambrosiana del 1933; e proprio in questa occasione Saba scopre la poesia e l’epica di questo sport, e sceglie di farsene interprete.
Pier Paolo Pasolini
Secondo il grande intellettuale e poeta friulano Pier Paolo Pasolini “il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo“. Questo sport ha presso il posto del teatro ed ereditato la funzione catartica che il teatro aveva nel mondo antico.
Il poeta Fernando Acitelli: un canzoniere per il calcio
Il poeta romano Fernando Acitelli ha pubblicato con Einaudi nel 1998 il volume di poesie La solitudine dell’ala destra. Storia poetica del calcio mondiale. Si tratta di una raccolta poetica, che comprende 185 liriche. Ogni lirica è dedicata a un famoso giocatore di calcio.