Il dittamo è un arbusto ben noto al mondo della letteratura. Tanto per cominciare questa pianta aromatica è protagonista di un divertente episodio del Giornalino di Gian Burrasca di Vamba. Ma è ben nota anche alla letteratura colta; è infatti citato in capolavori senza tempo come l’Eneide e l’Orlando furioso, e nel bestseller di Umberto Eco Il nome della rosa.
Questa pianta è conosciuta anche con il nome di frassinella o limonella ed è anche nota come “origano di Creta”. Posta vicino al fuoco, si incendia facilmente, in quanto i suoi frutti contengono un olio infiammabile che si diffonde nell’aria. Infatti se si accende l’accendino di sera vicino a queste infiorescenze è possibile assistere a suggestivi giochi di luce: le sostanze oleose disperse nell’aria assumono svariate tonalità a seconda del colore dei fiori.
Il dittamo in cucina
Tra i fornelli il dittamo non ha avuto grande diffusione, a causa dell’intensità del suo profumo, non gradito a tutti. Tuttavia questa erba può essere usata per insaporire piatti dal sapore neutro come la besciamella o le patate, oppure, proprio per il suo peculiare sapore, si abbina bene alla selvaggina. Inaspettatamente, lega molto bene con i dolci. Del dittamo si possono utilizzare le foglie e le infiorescenze.
Le sue proprietà fitoterapiche
Il dittamo era utilizzato nell’antichità per curare “lo stomaco, le ulcere gastriche, problemi alla milza, reumatismi e anche infertilità”. E oggi gli sono effettivamente riconosciute alcune importanti proprietà.
Contiene infatti una elevata quantità di antiossidanti e stimola l’appetito nei convalescenti; favorisce la digestione e migliora la diuresi. Contrasta inoltre le infezioni di funghi e batteri.
Una bella tisana di frassinella
Il dittamo è stato utilizzato per secoli nella preparazione di liquori e digestivi dai monaci, ma oggi si trova in commercio soprattutto in forma di tisana. Le proprietà di questa tisana sono soprattutto digestive e tonificanti.