La Walt Disney ha dedicato ben tre film al leggendario personaggio cinese Mulan. Il primo, un film di animazione, nel 1998, con la regia di Tony Bancroft e Barry Cook, che ha tra i doppiatori Enrico Papi e Vincenzo Mollica; ha avuto poi un sequel, Mulan II, nel 2004, con la regia di Lynne Southerland e Darrel Rooney. Il terzo è uscito nel marzo 2020 e non è un cartone animato; diretto da Niki Karo, interpretato da Liu Yifei, Donnie Yen e Gong Li, si presenta come un film per ragazzi d’avventura, ricco di effetti speciali e sentimento.
Non tutti sanno che la vicenda di Mulan è tratta da una poema cinese trascritto nel VI secolo, ma composto in epoche precedenti. Mulan, che significa “magnolia”, è un personaggio appartenente alla cultura popolare cinese; tutti i bambini cinesi si sono sentiti raccontare la sua storia, così come in Occidente non c’è bambino che non conosca la favola di Cenerentola o di Biancaneve.
La ballata di Mulan
Protagonista della ballata di Mulan è Hua Mulan, figlia del famoso condottiero Hua Hu. La storia è ambientata nel IV o V secolo, in quanto vi si narra che il Celeste Impero si deve difendere dagli attacchi di tribù nomadi e in particolare degli Unni. L’imperatore chiama a raccolta l’esercito della Cina, e quindi anche l’anziano Hua Hu.
La ragazza si rende conto che il padre non è più in grado di reggere alle fatiche della guerra, e va a combattere al posto suo, assumendo il nome del fratello minore; tutto questo allo scopo di tenere alto l’onore della famiglia. Dopo un difficile addestramento, combatté valorosamente per dodici anni, distinguendosi in battaglia e meritando di essere fregiata del titolo di generale.
La guerra si conclude dopo un duello tra Mulan e un generale unno, a favore della Cina. Al suo termine Mulan rifiuta grandissimi onori per tornare a casa a prendersi cura dell’anziano padre. Al termine della ballata viene scoperta la sua vera identità, fatto che non la priva dell’ammirazione dei suoi compatrioti.