Il pungitopo è un arbusto sempreverde utilizzato per lo più come pianta ornamentale, in particolare nel periodo natalizio.
Questa pianta è caratteristica della macchia mediterranea. Produce bacche rosse di forma rotonda e non commestibili, mentre i suoi germogli sono commestibili.
La pianta scaccia-topi
Il pungitopo trae il suo nome da un suo antico uso. Infatti per evitare che i topi mangiassero i frutti e le riserve alimentari, i contadini coprivano con rametti secchi di pungitopo il tronco degli alberi, i formaggi e le gambe dei mobili addetti alla conservazione delle provviste.
Inoltre dai suoi semi, contenuti all’interno delle bacche, si ricavava nei periodi bui un surrogato di caffè.
Una pianta legata alle festività natalizie
Secondo la leggenda, un uccellino decise di non migrare, per aspettare la nascita di Gesù; pativa tuttavia moltissimo il freddo dell’inverno. La notte di Natale l’uccellino chiese al Bambino Gesù di far rimanere il pungitopo verde tutto l’anno e il suo desiderio fu esaudito.
Il pungitopo è, insieme all’agrifoglio e alla stella di Natale, una pianta prettamente natalizia. Infatti le sue foglie resistenti “sono simbolo di forza e prevenzione contro tutti i mali. Le bacche rosse sono il simbolo del Natale”.
Il pungitopo e gli antichi romani
Gli antichi romani consideravano il pungitopo un talismano. Il giorno del solstizio d’inverno, in occasione dei Saturnalia, questo arbusto era indossato come un portafortuna. Un’altra usanza romana prevedeva poi di donare agli sposi, il giorno delle nozze, un ramoscello di questa pianta, simbolo di fortuna e di fecondità.
Infine, greci e romani utilizzavano il pungitopo per realizzare robuste scope, usate per spazzare le macellerie e per togliere lo sporco più resistente.
Il pungitopo in cucina
I germogli di questo arbusto, raccolti in primavera, sono protagonisti di diversi piatti popolari. La loro preparazione è simile a quella degli asparagi e del luppolo.
Essi possono essere usati per preparare gustose frittate o conditi con olio e limone. Prima di qualunque tipo di cottura, i germogli devono essere però sbollentati, per attenuare il loro tipico sapore amaro.