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Il decaffeinato: procedure di decaffeinizzazione del caffè

Il consumo di caffè decaffeinato, in tutte le sue varianti, è in espansione nel nostro paese. Il decaffeinato viene scelto quotidianamente dal 12% dei consumatori di caffè, mentre un buon 30% lo beve occasionalmente.

Gli esperti consigliano di non bere più di quattro tazzine di caffè al giorno, in quanto la caffeina stimola il sistema nervoso centrale. Infatti questo alcaloide è anche uno degli ingredienti delle bevande energetiche.  Può tuttavia influire negativamente sulla qualità del sonno ed è in genere evitata dai soggetti ansiosi.

Il carbone vegetale è utilizzato in uno dei processi di decaffeinizzazione del caffè

Il piacere del decaffeinato

A volte ci si incontra con un amico o un collega e si decide di andare al bar. Se si sono già consumate quattro tazze di caffè, si può scegliere di prendere un decaffeinato. Ovviamente senza perdere il gusto del vero caffè.

Ma come si ottiene il caffè decaffeinato? Attualmente sono utilizzate tre diverse tecniche per la decaffeinizzazione del caffè: “il sistema ad acqua, quello con la CO2 e il sistema classico”.

Il sistema ad acqua

Per eliminare la caffeina si immergono i chicchi di caffè verdi in acqua calda. Successivamente l’acqua viene sottoposta a filtrazione con carboni attivi.

Questo metodo di decaffeinizzazione del caffè è naturale e non fa uso di sostanze chimiche, ma priva il caffè di alcune caratteristiche organolettiche.

Decaffeinizzazione con l’anidride carbonica

Richiede impianti costosi da acquistare e da gestire e sfrutta le proprietà dell’anidride carbonica. La CO2 infatti deve essere sottoposta a pressione e temperatura altissime. Raggiunge in questo modo uno stato detto “supercritico”, in cui rimuove con molta efficacia la caffeina contenuta nei chicchi di caffè.

Tale modalità di decaffeinizzazione è naturale ed efficace, ma in genere si applica a grandi quantità di chicchi di caffè.

Il decaffeinato prodotto con solventi chimici

Questo sistema viene usato sempre di meno e utilizza il diclorometano. In un primo momento si immergono i chicchi di caffè verdi in acqua; vengono poi immersi nel solvente chimico. Tale modalità di decaffeinizzazione permette di conservare le proprietà organolettiche del caffè, pur essendo meno “naturale” rispetto alle altre due metodologie.

Al posto del diclometano è possibile utilizzare l’acetato di etile, che però altera leggermente il sapore del decaffeinato, rendendolo più fruttato.

 

 

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