Il no poo è una tendenza già diffusa sui social. Consiste nel non lavare i capelli con lo shampoo “tradizionale”.
Secondo i no poo infatti tutti gli shampoo seccherebbero inevitabilmente il cuoio capelluto e i capelli. Di conseguenza il cuoio capelluto compenserebbe tale perdita aumentando la produzione di sebo.
Come fanno a lavarsi i capelli i no poo?
I no poo non sono allergici all’igiene personale, ma non lavano mai la testa con lo shampoo. Sono infatti convinti che gli shampoo in commercio danneggiano il cuoio capelluto e i capelli.
Li lavano dunque con metodi alternativi. Usano semplicemente acqua o si servono del bicarbonato di sodio come “detergente naturale”. Oppure creano shampoo casalinghi a base di argilla.
La soluzione: usare il bicarbonato di sodio
I no poo sono perciò convinti che il bicarbonato di sodio garantisca loro una corretta igiene della chioma. In realtà il bicarbonato di sodio ha potere igienizzante solo in soluzione satura, quando cioè non è più possibile sciogliere altro bicarbonato nel miscuglio creato. Inoltre questa sostanza non ha un buon potere sgrassante.
Bicarbonato di sodio e aceto di mele
Spesso i no poo usano il bicarbonato al posto dello shampoo e l’aceto di mele come balsamo. Tuttavia utilizzare allo stesso tempo una sostanza acida e una sostanza basica potrebbe danneggiare progressivamente la cheratina e il cuoio capelluto.
Low poo e co-washing
Al movimento dei no poo, che rifiutano l’uso degli shampoo sintetici, si avvicinano i fautori del low poo e del co-washing.
I low poo ammettono l’uso dello shampoo industriale occasionalmente, una volta al mese circa.
I co-washing bandiscono invece l’uso dello shampoo e lavano i capelli solo con il balsamo. Tuttavia questo tipo di lavaggio è stato pensato dalla sua creatrice, la parrucchiera americana Lorraine Massay, solo per chi ha i capelli ricci e crespi.