La scuola senza zaino è stata ideata a Lucca nel 2002 e da lì si è diffusa su tutto il territorio italiano. Attualmente si applica questa metodologia in più di cento istituti.
La pedagogia montessoriana
Questo nuovo modello didattico si ispira alla pedagogia di Maria Montessori e si organizza intorno a tre principi cardine: ospitalità, responsabilità e comunità.
Ospitalità dell’ambiente e delle persone, per facilitare l’apprendimento da parte dei bambini.
Responsabilità nel senso di cura di sé e dell’altro; perché il bambino non può apprendere in modo forzato, ma deve autoapprendere.
Infine, “comunità di pratiche e di ricerca”, per portare gli allievi a raggiungere obiettivi “comuni e condivisi”.
L’organizzazione dell’aula nella scuola senza zaino
L’organizzazione dello spazio nella scuola senza zaino è differente da quella tradizionale.
In primo luogo manca la cattedra. I bambini hanno a disposizione diverse aree di lavoro: “l’area tavoli, l’area laboratori e l’area del lavoro individuale”. Nella zona detta agorà hanno infine luogo le riunioni di gruppo, guidate dal docente.
Gestione autonoma dello studio
Ogni bambino è diverso dall’altro, perciò nella scuola senza zaino l’alunno può scegliere il tipo di attività da svolgere. All’inizio della giornata l’insegnante propone un tema agli scolari e poi i bambini scelgono se effettuare una prova scritta, iconica, di classificazione oppure orale.
Gli strumenti didattici della scuola senza zaino
Nelle classi senza zaino i bambini integrano i libri di testo con strumenti tattili. E’ possibile anche un uso moderato di App e di strumenti digitali, esclusivamente a scopo didattico.
I voti solo in pagella
Nelle scuole senza zaino i docenti assegnano i voti solo sulla pagella, come è previsto dall’attuale legge italiana. Durante l’anno essi puntano a creare un dialogo con i bambini, per motivarli e spingerli a migliorare.
La scuola senza zaino: cartelline uguali al posto degli zaini individuali
Gli allievi delle scuole senza zaino usano cartelle leggere uguali per tutti, anche per sviluppare nei bambini il senso di appartenenza a una comunità.