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Se la Consob ci spiegasse cos’è Bitcoin

Cari italiani, è nostro dovere informarvi e tenervi aggiornati sulle questioni che riguardano i mercati e la finanza, per tanto oggi vi parleremo di un fenomeno recente che sta intaccando il sistema finanziario attuale.

Il bitcoin è un prodotto emesso da una società di cui non sappiamo nulla. Non sappiamo il nome della società che ha creato questo prodotto nè ci risulta registrata in nessuno Stato dello spazio economico tutelato. Il CEO di questa fantomatica azienda è Satoshi Nakamoto, anche lui sconosciuto e anonimo.

Tale Nakamoto, dopo la crisi del 2008, probabilmente dopo aver perso tutto ha deciso di creare quella che sarebbe dovuta essere una nuova valuta, così da permettergli di ripagarsi i debiti. Scrisse così il famoso “White Paper” di Bitcoin, che come si intuisce dal nome è soltanto un foglio bianco, in quanto non contiene informazioni comprensibili per noi o altre banche. Pur essendoci tanti numeri e calcoli, ci è impossibile eseguirli in quanto servirebbe hardware che nei nostri uffici non abbiamo (o forse si ma non sappiamo usarli), per tanto possiamo considerarli automaticamente inaffidabili.

I primi Bitcoin sono stati venduti a criminali, che li hanno diffusi come mezzo di pagamento in quanto nessun governo poteva controllarne la quantità e il valore. Nakamoto intuì subito che i principali utilizzatori sarebbero stati proprio entità criminali ed essendo il crimine uno dei mercati più attivi del mondo, guadagnare commissioni da ogni transazione illecita sarebbe stata una grande fonte di guadagno per lui.

Nonostante il foglio bianco, Nakamoto riuscì a convincere altri soggetti a partecipare a questa iniziativa poco sicura e trasparente. Iniziò così ad emettere tutti i Bitcoin che voleva, regalandone ad amici, parenti e sostenitori. Quando raggiunse la cifra desiderata, cercò di convincere qualcuno a comprare e qualcun altro a vendere i propri Bitcoin, creando così un mercato e un prezzo. Purtroppo, non essendoci alcuna banca o ente di controllo come il nostro a tutelare sulla loro emissione, sulla loro duplicazione e sul loro commercio, non lasciano traccia. La mancanza di tracce o di un registro dove vengono salvate tutte le transazioni è una grave mancanza. O meglio, i registri ci sono, vengono chiamati “blockchain”, ma sono condivisi tra tutti gli utenti della rete della blockchain. E’ un sistema complesso che non staremo a spiegare ma che vi assicuriamo noi (che non ci occupiamo di informatica) che non è affidabile.

In questo modo, con l’interesse dei criminali, è riuscito a diffondere l’utilizzo di questo prodotto, continuandone a emettere senza alcun criterio. D’altronde, questi bitcoin lui li può creare come e quando vuole, non ci ha mica spiegato come fa! Oggi il prezzo di bitcoin sta per raggiungere i 100 000 dollari! Centomila! Ci sentiamo in dovere quindi di mettere al corrente gli italiani della situazione, dei rischi e dei pericoli della sopravvalutazione di un asset. Le criptovalute (che comprendono anche altri prodotti poco trasparenti come Ethereum, Stablecoin e Doge) sono un mondo completamente anarchico in cui vince il più grande. La grande volatilità, le poche tutele e la concentrazione del potere nelle mani di pochi inesperti mette a rischio i vostri portafogli.

Vi invitiamo piuttosto a spendere i vostri soldi in Gratta&Vinci, alla Snai o al SuperenaLOTTO, di cui invece non sentiamo la necessità di scrivere alcun articolo diffamatorio e manipolatorio.

Quindi, cari italiani, il nostro invito è: non fidatevi di società non registrate e CEO poco trasparenti, supportate il mercato italiano acquistando prodotti e servizi italiani, non dei cinesi come Satoshi Nakamoto.

 

 

 

 

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