Due decenni fa sarebbe stato impensabile parlare di frutti esotici Made in Italy. Ora invece, complice il cambiamento climatico, che ha tropicalizzato il mite clima mediterraneo dell’Italia, stanno prendendo piede nel nostro paese coltivazioni di frutti tropicali.
Il surriscaldamento globale ha infatti predisposto le già assolate aree dell’Italia meridionale (Sicilia, Calabria, Puglia) alla coltivazione di frutti tropicali, di solito associati all’America latina o ai paesi asiatici. Scopriamo dunque insieme quali frutti tropicali stanno diventando di produzione italiana!
Frutti esotici italiani
E’ diventato frequente incontrare sui banchi dei fruttivendoli frutti esotici di produzione italiana, spesso a km 0. Essi sono prodotti, rigorosamente in modo biologico, nelle campagne dell’Italia meridionale, principalmente in Sicilia, Calabria e Puglia.
Tutto ciò grazie alla felice iniziativa di “giovani agricoltori che hanno scelto questo tipo di coltivazione, spesso recuperando e rivitalizzando terreni abbandonati proprio a causa dei mutamenti climatici”.
Ed ecco perché in Sicilia si producono banane (originario di Africa e Sudamerica), papaya e sapodilla (frutto simile alla pera da cui si ricava anche il lattice); mentre mango e avogado sono coltivati nei terreni di Calabria, Puglia e in quelli siculi. Non mancano inoltre nei nostri supermercati litchi (detto anche “dattero cinese”), frutto della passione e macadamia (una varietà di frutta secca) di origine italiana.
Infine in Calabria le coltivazioni di annona, un frutto sudamericano dal sapore dolciastro, sono talmente diffuse che si produce una gradevole marmellata da questo frutto tropicale.
Le proprietà dei frutti tropicali
Ma per quale motivo i frutti esotici riscuotono successo anche in Europa e in Italia? Certamente per il loro esulare la frutta nostrana, più comune, quindi per il gusto di assaggiare qualcosa di diverso.
Ma anche perché essi hanno proprietà salutari. Per esempio l’avogado è una ottima fonte di omega 3; il mango è particolarmente ricco di vitamina A, mentre la papaya contribuisce ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue.