L’Italia vanta fin dal XIV secolo la presenza di una industria manifatturiera del settore tessile, specializzata nella produzione della seta. Questo delicato tessuto e la sua altrettanto delicata lavorazione furono introdotti verso l’anno 1000 a.C. in Sicilia dagli Arabi, e da qui si diffusero poi in Italia e in Europa.
Ludovico il Moro e la seta italiana
Tra i primi a intuire l’importanza di questo settore della produzione tessile c’è stato senza dubbio Ludovico il Moro (1452- 1508), signore di Milano dal 1480 al 1499. Della nobile famiglia degli Sforza, incentivò la coltivazione delle piante di gelso in Lombardia, in particolare dei gelsi bianchi.
Prende così piede l’industria manifatturiera tessile impegnata nella lavorazione della seta, presente anche ne I promessi sposi di Alessandro Manzoni. Infatti Renzo e Lucia lavorano infatti entrambi alla filanda, sono cioè filatori del prezioso tessuto.
L’industria serica a Como
L’area comasca ancora oggi riveste una notevole importanza nel mercato internazionale della produzione del tessuto. Il tessuto jacquard comasco è un prodotto di altissima qualità e si sta cercando di specializzare l’area anche nell’allevamento dei bachi da seta.
Le aziende internazionali “Canepa, Effepierre, Girani, Ratti, Seride, Taroni, Luigi Verga forniscono tessuti e stampati ai grandi brand della moda” e vestono star di fama mondiale.
Gelsibachicultura in Calabria
La via della seta passa anche attraverso la Calabria, e per la precisione a San Floro, in provincia di Catanzaro. Qui infatti la giovane calabrese Miriam Pugliese ha fondato insieme al marito Domenico Vivino la cooperativa Nido di Seta, che si occupa di gelsibachicultura.
La cooperativa ha voluto così riannodare i fili con il passato della sua città. Catanzaro è stata infatti “tra il 1300 e il 1700 capitale europea della seta”; e a San Floro, nel museo della seta all’interno del Castello Caracciolo, è possibile ammirare le numerose tracce lasciate da questa fiorente attività.